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Una magia di Sanni illumina la domenica dell'Aquila

Aquila Montevarchi – Lanciotto Campi 1-0
Aquila Montevarchi: Lampignano, Pasquini, Stefanelli, Corsi, Bartolozzi, Raspanti, Mannella (68’ Desiderio), Ferri, Vangi (70’ Renzi), Daveri, Sanni (92’ Lazzerini). A disposizione: Nardone, Bartoli, Marcelli, Dati. Allenatore: Rigucci
Lanciotto Campi: Giovagniello, Marrazzo, Dondoli, Vannucci, Cantini (81’ Palaj), Mussi (85’ Corri), Favilli, Bini, Gueye, Perugi, Manganiello. A disposizione: Morsiani, Sharka, Berillo, Carradori, Meta.. Allenatore: Ermini
Rete: Sanni al 73’
Arbitro: Lencioni di Lucca.
Note: espulso Perugi all’88 per somma di ammonizioni, ammoniti Stefanelli, Pasquini, Ferri e Sanni per il Montevarchi, Gueye. Bini, Marrazzo per il Lanciotto. Recuperi: +1 pt, +4 st.
“Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”: non siamo (ancora) alla notte di natale ma ben si addice il passo del vangelo rapportato alla partita odierna perché all’improvviso, quando pessimismo e scoramento (oltre alle tenebre, non solo stagionali) stavano calando sul Brilli Peri, Sanni ha tirato fuori un coniglio dal cilindro che ha permesso all’Aquila di aver ragione di un Lanciotto sceso in Valdarno col dichiarato obiettivo di vendere cara la pelle per portare a casa almeno un punto (se non di più!). Tipica giornata novembrina quella odierna: cielo grigio su, foglie gialle giù, circa un migliaio gli spettatori sugli spalti venuti ad assistere a quella che “doveva” essere la partita della riscossa dell’Aquila. Leggendo le formazioni i tifosi in tribuna hanno un sussulto: per otto undicesimi Athos Rigucci schiera in campo la formazione che, l’anno scorso, vinse (alla grande) il campionato di promozione (ne fanno le spese Ciardini e Menichetti, oggi in tribuna), con Daveri nuovamente capitano e Sanni assieme a Vangi in attacco. Intenso momento di raccoglimento prima dell’inizio dell’incontro per commemorare le vittime dei terribili attentati di Parigi, con le squadre schierate a centrocampo, gli sportivi in piedi in tribuna e la marsigliese che risuona all’interno del Brilli Peri. La partita inizia in modo ingannevolmente accattivante: al 2’ Ferri batte una punizione appena oltre la bandierina del calcio d’angolo alla sua sinistra, la palla giunge in area dove Corsi alza di testa per l’accorrente Vangi che incorna di potenza; Giovagniello è superato ma, per sua buona sorte, la palla termina alta di un soffio sopra la traversa. L’Aquila batte il ferro finchè è caldo: al 7’ Pasquini, sulla destra, porta palla in avanti, chiama al triangolo Vangi (dentro la lunetta) e questi fa pervenire la sfera in ara a Sanni, il quale vince un contrasto, perde l’equilibrio, si rialza e trova il modo per tirare un forte rasoterra ma Giovagniello si oppone di piede e l’azione sfuma. Il Montevarchi si schiera secondo il 4-4-2, risponde il Lanciotto con quello che sembra un 4-5-1 molto ben serrato ma, all’occorrenza, non esita a trasformarlo in un 6-3-1 (se non addirittura in un 10-0-0!), tendente ad asfissiare le iniziative dei rossoblu. La cosa dà immediatamente i suoi frutti: Corsi, Ferri e Daveri non riescono ad aprire varchi per liberare al tiro i propri compagni, le incursioni sulle fasce di Stefanelli (sulla sinistra) e di Pasquini (sulla destra) vengono continuamente vanificate da esasperanti raddoppi di marcatura, pochi sono i palloni giocabili che giungono sui piedi di Vangi ma nessuno di questi realmente pericoloso mentre Sanni ronza senza posa in attacco alla ricerca di una posizione a lui conveniente. Capendo che il Montevarchi non riesce a cavare un ragno da un buco il Lanciotto alza la testa e prova, con veloci ripartenze, ad affacciarsi nell’area aquilotta: protesta Gueye, attorno al 15’, quando Bartolozzi respinge un tiro-cross in area; l’attaccante pratese vorrebbe il calcio di rigore ma il difensore rossoblu tiene le braccia ben aderenti al corpo e l’arbitro (poco convincente la sua prestazione oggi: ad un inizio eccessivamente fiscale ha poi opposto una gestione di gara eccessivamente tollerante, col risultato di esasperare gli animi in tribuna) non concede nulla. Più concreta l’occasione che capita a Manganiello al 17’: trovando un varco insperato sulla fascia sinistra prova un tiro forte ed improvviso diretto al palo alla destra di Lampignano ma questo è sulla traiettoria e blocca la sfera con sicurezza e senza affanno. La partita scivola via monotona e incolore: i giocatori del Montevarchi si dannano l’anima per cercare di costruire una trama di gioco accettabile ma quelli del Lanciotto sono ben disposti in campo e rendono sterile il predominio territoriale degli aquilotti e, anzi, tentano il colpaccio: al 30’ Dondoli, partito dal centrocampo, porta palla in avanti e, all’altezza dei 25 metri circa, fa partire un tiro insidioso diretto all’angolino alto di sinistra ma la sfera non gira a sufficienza e si limita a carezzare la parte superiore della traversa. Gli sportivi in tribuna iniziano a mugugnare ed ad imprecare ed il Lanciotto prova ad aumentare i giri: al 35’ Gueye, a centrocampo, ruba fallosamente la palla, sulla sinistra, a Stefanelli, gli aquilotti si fermano in attesa del calcio di punizione ma l’arbitro (tra le veementi proteste degli spettatori) lascia clamorosamente proseguire e la punta pratese scambia velocemente con Favilli, il quale vanifica il ritorno di Corsi e Raspanti con una finta e, arrivato dentro la lunetta, prova a tirare al palo alla sinistra di Lampignano ma la mira è imprecisa e la conclusione si perde sul fondo. Visto che su azione proprio non si passa ci provano prima Mannella (al 38’) e poi Vangi (al 42’) su punizione a sbloccare il risultato ma la conclusione del primo è smorzata in modo determinante dalla barriera mentre quella del secondo è si potente e ben mirata ma facile preda di Giovagnielli, ben piazzato per l’occasione. Nient’altro da segnalare nel primo tempo se non il disappunto degli spettatori che, evidentemente, non avevano messo in conto una resistenza così tenace dei pratesi. La ripresa inizia seguendo lo stesso clichè del primo tempo, ossia col Montevarchi proiettato in avanti ma col Lanciotto che, sempre più arroccato in difesa, bada a chiudere al meglio anche il più piccolo pertugio. Anzi, i pratesi insistono a cercare il colpaccio: al 46’ una sgroppata sulla fascia destra di Gueye consente a Manganiello di entrare dentro l’area di rigore e di calciare a rete ma la mira è assolutamente sbagliata. La cosa pare dare la sveglia agli aquilotti, che si rovesciano in massa dentro l’area di rigore avversaria: al 53’ Ferri riesce ad arrivare fino alla linea di fondo (sulla sua destra) e rimette in mezzo per Vangi, il quale prova a tirare di prima intenzione ma la sua conclusione viene respinta, sulla sfera si avventa Mannella ma il suo tiro è assolutamente fuori bersaglio. Passa appena un minuto e, complice un errore a centrocampo, Manganiello galoppa sulla sua fascia sinistra, evita la marcatura di Pasquini, con una serpentina entra in area di rigore e, nonostante sia contrastato da due aquilotti, tira un forte rasoterra diretto verso l’angolino basso alla destra di Lampignano: questo forse non arriverebbe sulla sfera ma, per buona sorte sua, la conclusione si perde poco oltre il palo. Schiuma di rabbia l’Aquila che si riporta in avanti; al 55’ Corsi batte un calcio d’angolo dentro l’area di rigore, dove Marrazzo colpisce la palla con la mano: tutto lo stadio urla per il calcio di rigore ma l’arbitro è molto lontano dall’azione (appostato appena fuori lo spigolo di destra dell’area) ed anche il guardialinee non è in linea con l’ultimo uomo e tutto sfuma, nonostante le forti proteste rossoblu. Il nervosismo aumenta col passare dei minuti ma si rivela un pessimo consigliere: al 60’ Ferri, con un delizioso pallonetto, serve dentro l’area a Vangi, solo davanti a Giovagnielli, un pallone d’oro ma, nel mentre che si aggiusta la sfera, subisce il ritorno di Mussi, che calcia lontanissimo la palla, cosa che fa imprecare rabbiosamente i tifosi. Nel mentre che gli ultrà incitano i rossoblu a tirar fuori gli attributi virili Rigucci prova a correggere lo schema di gioco, avvicendando Mannella per Desiderio e, tra la sorpresa generale, Renzi per Vangi (il quale, pur applaudito, esce dal campo con una malcelata espressione nervosa): ne guadagna di reattività perché i nuovi entrati portano davvero energie fresche alla squadra e si gettano su ogni pallone, compresi quelli impossibili da giocare. Quando davvero l’oscurità di novembre inizia a calare sul terreno di gioco ecco il lampo che illumina la domenica montevarchina: al 73’ Daveri riceva palla sulla sua tre quarti offensiva, si sposta verso sinistra e, all’improvviso, crossa dentro l’area di rigore dove Sanni si fa trovare puntuale e, con una corta girata, beffa la doppia marcatura cui è soggetto e (finalmente!) mette in rete (e si farà ammonire in quanto, nell’esultanza, si toglie la maglia). La reazione del Lanciotto è generosa ma sconclusionata: incapace di modificare lo schema di gioco, volto esclusivamente a frammentare le azioni degli avversari, trovandosi costretto a “fare la partita”, non riesce ad imbastire un’azione davvero pericolosa nei confronti degli aquilotti, che controllano senza troppa apprensione le folate offensive dei pratesi. Anzi, all’88’ saltano i nervi a Perugi che, avendo perso un contrasto con Stefanelli, rifila (da dietro) un calcione negli stinchi dell’avversario: stavolta l’arbitro è dietro di lui e, ammonendolo, ne decreta l’espulsione per somma di cartellini. A fine gara ci sono si gli applausi per i rossoblu ma gli ultrà, pur complimentandosi coi giocatori, insistono a gridar loro di tirar fuori gli attributi. In tribuna si rincorrono affannosamente i finali e, a conti fatti, la vittoria odierna, pur se ottenuta giocando tutt’altro che un bel calcio, permette al Montevarchi, complice anche una girandola di risultati favorevoli, di riacciuffare l’ultimo posto valido per i playoff, obiettivo dichiarato della società prima dell’inizio del campionato ma la cruda realtà parla di una squadra che, nonostante fiato e cuore, non riesce ancora a dare un’anima al suo gioco: pesa come un macigno l’assenza forzata di Sorbini ma il campionato va affrontato coi giocatori che si hanno a disposizione e, ora come ora, i fatti dicono che manca agli aquilotti sia un migliore movimento in campo senza palla sia, soprattutto, uno-due centrocampisti “di peso” in gradi di accorciare la squadra, di trovare i varchi giusti, di “dare i tempi” agli attaccanti e di coprire la difesa quando serve. In fretta però, diversamente questo campionato rischia di passare in archivio con troppo anticipo sul previsto !

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